L’ascolto attivo, come migliorare questa soft skill e perché è importante

L’ascolto attivo, come migliorare questa soft skill e perché è importante

di Francesca Anzalone

L’ascolto attivo che benefici genera? Tra le skills più richieste dalle aziende oggi, ma fondamentale anche nella costruzione delle relazioni sociali vi è il saper comunicare in maniera efficace. Saper comunicare implica, innanzitutto saper ascoltare, ma in questa sovra informazione e in questo bisogno esasperato di comunicarsi come lo facciamo?

Prima di iniziare questo percorso nell’ascolto attivo pensiamo al contesto in cui ci inseriamo, offline e online. Proviamo a pensare: da quando ci alziamo a quando torniamo a dormire, ascoltiamo di più o produciamo di più? Online leggiamo i titoli e poi iniziamo a commentare o leggiamo attentamente gli articoli e poi decidiamo se il nostro contributo potrebbe avere valore? E quando leggiamo notizie, feed, informazioni che ci arrivano come notifiche sottoscritte da noi, abbiamo un unico punto di vista o una visione ampia e articolata? E quando usciamo a cosa prestiamo attenzione? Siamo più orientati a definirci o ad ascoltare punti di vista differenti che potrebbero diventare spunti di riflessione e nuove angolazioni?

In questo articolo ti accompagno a comprendere perché è importante l’ascolto attivo sia nella vita privata che a livello professionale e alla fine ti offro qualche spunto su come allenarti per ascoltare attivamente.

“Ci sono più scrittori che lettori”, tutti vogliono essere scrittori, ma chi desidera essere lettore?

La narrazione fa parte della nostra esistenza fin da bambini e, nella maggior parte dei casi, il desiderio è quello di essere i narratori della storia, magari anche come protagonisti. Il punto è che per essere bravi scrittori/narratori dobbiamo prima essere bravi lettori/ascoltatori, altrimenti il rischio è annoiare, non essere letti e soprattutto non entrare in empatia con chi abbiamo di fronte (fisicamente o attraverso uno schermo). Se venti anni fa quella frase era già significativa, con l’avvento dei social network il desiderio di mettersi al centro è aumentato esponenzialmente, in parte per un desiderio intrinseco e in parte perché spinti da una nuova visione di mercato e sociale che basa la percezione su dati numerici in termini di follower.

Tutte le strategie portano alla narrazione e se non si è oggetto o soggetto di narrazione allora si rischia di non essere “visti”. Conteggio parole o valore aggiunto? Imparare a analizzare, riflettere e scegliere cosa leggere/ascoltare oggi è diventato fondamentale. Abbiamo davvero bisogno di vedere quel professionista sullo schermo per tutta la giornata che ci racconta i suoi successi e tutto ciò che passa per la testa, magari seguendo un “copione che deve sembrare improvvisazione”? Si tratta di lealtà, trasparenza o esasperazione scenica? Una domanda che ci dovremmo porre tutti, soprattutto quando osserviamo/ascoltiamo per non scivolare nell’abitudine di “averli sui nostri schermi”, un po’ come i protagonisti delle serie che ci coinvolgono maggiormente. Ma la serie, attenzione, ha una sigla, un brand sound, un logo che compare e una scritta, che ci ricorda esplicitamente di cosa si tratta. Ma quando sui nostri feed, sulle storie che ci compaiono (magari dopo aver guardato quel contenuto ricercato), nella nostra giornata si alternano continuamente personaggi, ci ricordiamo che molto spesso sono palcoscenici? Che quel “naturalezza” magari fa parte di una casella del piano editoriale che dice “contenuti spontanei del quotidiano”. A questo punto sarebbe bello approfondire iil tema “spontaneità”, ma lo faremo in un altro momento.

Appunti dalle mie lezioni: il nostro “Vademecum” parte dall’ascolto attivo

“Vieni con me”, ma fallo solo se ti senti a tuo agio in ciò che osservi e ascolti. Altrimenti offrimi un nuovo punto di vista, è così che nasce il Vademecum che ogni anno creiamo a inizio corso. Ogni anno ho l’orgoglio, l’opportunità e la felicità di accompagnare studenti (in un corso universitario presso la Facoltà di Scienze Politiche e Sociali dell’Università Cattolica di Milano, insegno in Università dal 2001) in un percorso di consapevolezza e responsabilità sull’informazione, sui media e sulla comunicazione omnicanale alla quale siamo costantemente esposti. Ma prima di poter essere bravi comunicatori, di applicare strategie efficaci, di gestire i Media e i Social Network abbiamo bisogno di capire a fondo strumenti, contesto e soprattutto discernere con grande attenzione tutto quello a cui siamo esposti. Quali sono i rischi nei quali ci imbattiamo oggi? Rischiamo di entrare in una bolla? Siamo condizionati dai nostri bias cognitivi? Come selezioniamo le informazioni e le persone da seguire? Da chi ci facciamo influenzare? Perché ne siamo consapevoli che una comunicazione reiterata rischia di influenzarci e dunque … come ci “difendiamo”? Come analizziamo e interpretiamo le fonti? Come ascoltiamo? Ed è appunto dall’ascolto che parte il laboratorio e il suo sistema di “Vademecum”, ovvero le 10 regole che ci diamo per dialogare in maniera costruttiva in aula; le 10 regole che ci diamo per informarci consapevolmente, le 10 regole per costruire la nostra visione comune. Consapevolezza e responsabilità significa conoscere profondamente rischi e opportunità e decidere come affrontarli e gestirli e la prima parte del percorso si focalizza proprio su questo: osservare, ascoltare e costruire per condividere al meglio. Confesso che in questa parte impariamo sempre tutti molto gli uni dagli altri, lavorando tantissimo sull’ascolto attivo e naturalmente privo di giudizio, ma orientato sempre alla costruzione. Senza regole condivise non funzionerebbe, senza Vademecum non potrebbe portare 60 persone in aula a dialogare, ascoltare e costruire, lezione dopo lezione, e anche a gestire un gruppo WhatsApp in cui, organizzarsi per argomento e per “professionalità”. Senza allenamento consapevole e responsabile non arriveremmo ad ascoltarci attivamente. La seconda parte, si sviluppa poi con l’identificazione del progetto comune e su come supportare il cittadino a informarsi correttamente e a diventare un cittadino digitale attivo, consapevole e responsabile. La terza parte, poi si focalizza sulle linee guida di media planning per l’elaborato d’esame dedicato alla comunicazione delle Organizzazioni. Ci si ascolta, ci si confronta, si migliora il punto di vista grazie all’identificazione dei potenziali rischi e ciascuno trova il suo argomento, quello vicino ai propri valori. E molto spesso impariamo “sul campo” a comprendere che siamo ciò che comunichiamo e ciò che postiamo e dunque l’ascolto è fondamentale.

Cosa ci perdiamo se non ascoltiamo? Tantissimo, soprattutto rischiamo di rimanere in una bolla, di radicarci in un’idea, senza vedere delle possibili angolazioni che possono aprire quella visione. La bella notizia è che potenzialmente possiamo ascoltare qualsiasi punto di vista, dobbiamo imparare ad allenare le nostre capacità di ascolto.

L’ascolto attivo è la più grande opportunità che ci possiamo dare, come allenarsi?

L’ascolto attivo è la più grande opportunità che ci possiamo dare per migliorarci e per conoscere gli altri. In ambito professionale ci permette di migliorare le relazioni con i colleghi, l’attività di collaborative working, raggiungere più velocemente e meglio gli obiettivi; ma ancora scoprire i valori in comune, e generare un clima disteso. Quello che accade è una maggiore connessione tra le persone, una costante propensione all’ascolto e dunque arricchimento delle idee, di visione, di progetto. Ma soprattutto una delle più belle forme di rispetto che possiamo garantire.

Applicato nell’attività di comunicazione supporta le PR, online e offline, migliora l’efficacia nella scrittura, il copy è più efficace così come le strategie di marketing e digital marketing focalizzate sul target.

#consapevolmenteconnessi nell’ascolto, ti lascio qualche spunto:

  • Allenarsi quotidianamente ad ascoltare attivamente (non faccio altro, mi concentro sulle tue parole, ti restituisco quello che hai detto senza commento/giudizio per farti sapere che ero attent*);
  • Allenarsi a percepire la sintonia, quella connessione che si crea quando ascoltiamo attivamente;
  • Allenarsi a imparare: ti ascolto attivamente per imparare qualcosa (essere aperti ad apprendere e allontanare quel senso di “so già quello che vuoi dire)
  • Allenarsi ad ascoltare un punto di vista opposto (mentre generalmente si cerca di evitare il confronto con chi la pensa in maniera differente, partendo con un pre-giudizio, è utile leggere e ascoltare chi non la pensa esattamente come noi)
  • Allenarsi a non deviare la conversazione (molto difficile, non raccontare un aneddoto, non offrire il proprio pensiero, non cambiare argomento tipo “adesso è il mio turno”, ma rimanere concentrati. Ma soprattutto permettere all’atr* di concludere frasi e pensieri e focalizzarsi meglio sul suo discorso)
  • Allenarsi a non distrarsi (all’inizio è sicuramente un aspetto complesso, quella notifica dello smartphone è una tentazione pazzesca, quel clacson, quel cameriere, quella canzone, insomma, una grande richiesta di energie e di focalizzazione)
  • Allenarsi a osservare la comunicazione non verbale (se le parole hanno un peso, anche i gesti sono importanti. Osservare attentamente la gestualità aiuta a comprendere eglio. Ascoltare tanto le parole quanto i silenzi è fondamentale)

Ascoltare non è affatto semplice, ma è una questione di allenamento, una competenza che possiamo acquisire con determinazione e che ci offrirà una crescita importante per noi stessi e per le relazioni con gli altri. Un grande esercizio di consapevolezza, di essere nel qui e ora che permetterà in qualsiasi momento futuro di riprendere quel discorso e dire “sembra che ci siamo lasciat* ieri”. Questo proprio perché l’ascolto attivo fa fissare i concetti, le emozioni e connette noi a altr*.

Se questo articolo sull’ascolto attivo ti è stato utile e ti ha offerto nuovi spunti non dimenticare di seguire i nostri canali Instagram e Facebook dove aspettiamo un tuo commento o messaggio in DM. Non dimenticare di richiedere contenuti che ti interessano e cosa vorresti approfondire sull’ascolto attivo.

Libri consigliati sull’ascolto attivo:

L’arte di saper ascoltare, Kate Murphy – Che cosa ti perdi se non ascolti e perché è importante, Corbaccio acquista il libro #amazoninfluencer #adv

La selezione libri utili nella bacheca Libri su Amazon  #amazoninfluencer #adv

Continua il tuo Upskilling attraverso il Blog

================

Upskilling.it ti aiuta a rimanere aggiornat* nelle competenze (una finestra sull’attualità), nella competitività (attraverso strategie e tips digitali per accelerare il business) con Upskilling Digital Topics & more, nelle digital skills (attraverso la Digital Academy e i contenuti free di approfondimento delle ultime tendenze) attraverso Upskilling Digital Academy.

Il tuo punto di riferimento online per comprendere la trasformazione digitale e sfruttarla appieno; e che contemporaneamente ti aiuta a competere nel mercato e ti semplifica le scelte attraverso l’acquisizione e l’aggiornamento di competenze digitali, cultura della comunicazione e soft skills.

Corsi di aggiornamento delle competenze professionali e digitali, webinar, consulenze mirate e strategiche e progettazione di percorsi formativi da 40 a 200 ore mappati sui bisogni delle singole realtà e del singolo lavoratore.

================

Scrivi a info@upskilling.it 

Upskilling è un brand di Netlife s.r.l. società di servizi di comunicazione e formazione specializzata nel digitale attiva dal 2000.